Farina di larve: ecco il segreto proteico che potrebbe cambiare per sempre la tua idea di alimentazione sana

Larve di insetti e alimentazione non si sposano, è l’idea che molti, senza esitazioni, continuano e continueranno verosimilmente a sostenere in futuro, benché tali elementi siano a volte già presenti nel contesto alimentare, sebbene da poco, essendo in particolare la farina di larve una fonte di nutrienti importanti.

È un tipico tema che genera dibattito a prescindere, specialmente in una dieta raffinata e complessa come quella italiana, fortemente influenzata dall’apporto di elementi che definiscono non solo ciò che mangiamo ma anche ciò che siamo. Tuttavia, la farina di larve è già apprezzata da molti e può essere utile per una alimentazione salutare.

Salutare ma anche sostenibile: ovviamente nessuno ci obbligherà mai a consumare cibi non presenti nella nostra tradizione, una condizione che però può in qualche modo ripetersi nella storia, tornando indietro nel tempo. Ma quali sono i vantaggi della farina di larve e perché è considerata con termini anche entusiastici?

Novel Food

Il cosiddetto novel food è spesso associato agli insetti nell’alimentazione, ma non è del tutto corretto; la categoria include tutti quegli alimenti che, semplicemente, in questa parte del mondo non rientrano tra quelli “comuni”, quindi anche di origine vegetale, che però non sono, o non erano, considerati parte delle abitudini fino a pochi decenni fa.

Dal gennaio 2025 l’UE ha legalmente autorizzato la produzione e la commercializzazione di prodotti come la farina di larve in tutto il territorio europeo; inizialmente si tratta ovviamente di un elemento ancora “di nicchia”, quindi poco diffuso, ma che ha già suscitato interesse. Si parla di gastronazionalismo, ovvero una sorta di timore verso i cibi diversi dai propri, che coinvolge anche questi prodotti.

In particolare, quando si parla di insetti, anche se non fisicamente visibili (gli allevamenti di insetti commestibili esistono, ma su scala molto limitata e non ancora convenzionata e legalizzata), i prodotti derivati dagli insetti sono in diffusione da poco. La farina di grillo, e in particolare di larve di grillo, è molto comune tra questi.

Le proprietà

Ha proprietà importanti in ambito nutrizionale: le larve di grillo, infatti, sono ottenute attraverso una vera e propria forma di allevamento che porta questi organismi a svilupparsi fino allo stadio larvale, per poi essere abbattute, essiccate e tritate al fine di ottenere una polvere. Questa gode di un apporto di ferro che, a parità di peso e disponibilità, è superiore a quasi tutti i vegetali.

Inoltre, ha un contenuto proteico estremamente elevato anche in relazione al peso, quindi risulta decisamente compatibile con le diete sportive e legate all’atletismo, oltre a garantire un apporto di antiossidanti e sali minerali; di contro, l’apporto di grassi è molto limitato, così come quello calorico. Inoltre, la farina di larve di grillo può essere impiegata al pari della farina.

Quindi compatibile con lo sviluppo di cibi e ricette: pasta, torte e biscotti, ma anche pane, ad esempio. Naturalmente, questi non sono presenti sui nostri scaffali e non lo saranno per un po’: i prodotti acquistabili dovranno presentare una descrizione specifica e magari essere presenti in sezioni del supermercato molto specifiche e chiare.

Perché gli insetti nella dieta?

Principalmente per una questione di sostenibilità ambientale, ma anche di diffusione di cibi estremamente nutritivi che però non creano “problemi” all’ambiente, e dal costo progressivamente in calo. Anche solo per la quantità di insetti, la disponibilità potenziale è molto maggiore; inoltre, se si confronta con la carne, questa è molto più dispendiosa in termini di acqua, oltre ad essere legata ai pascoli.

Questi causano una deforestazione oramai non più sostenibile, oltre ad essere mediamente molto più accettata la forma di consumo di cibo proveniente da insetti più che quella di mammiferi, ad esempio. Quindi è anche una questione di cambiamento morale, come evidenziato, oltre a portare il nostro organismo a consumare alimenti non sempre adatti ad un consumo continuativo.

Anche in vista del futuro, che vedrà una maggior difficoltà a “saziare” tutti, anche numericamente parlando, il cibo derivato da insetti non sarà portato a sostituire, ma ad affiancare ciò che già mangiamo, costituendo quindi una scelta che per molti naturalmente sarà complicata, anzi scontata, ma che gradualmente, almeno in parte, sarà comunque quantomeno “accettata”.

Già mangiamo insetti?

La risposta è sì, naturalmente in quantità molto limitate e in modo inconsapevole, ma già succede: ad esempio, in media ogni persona che fa ricorso ad alimenti come la pasta consuma varie centinaia di grammi di insetti all’anno, sotto forma di elementi e parti di insetti che possono introdursi durante la preparazione di farine, direttamente sui cereali o durante la macinatura.

Anche alcuni coloranti di bevande e di snack vari sono costituiti da parti di insetto come la cocciniglia, evidenziato nel colorante E120, oggi in minor utilizzo ma ancora oggi legale e fondamentalmente innocuo; anche se non ci pensiamo, la nostra cultura ci porta a ripudiare ciò che ha anche una forma associabile ad un insetto nella maggior parte dei casi.

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